Sono bastate 8 lezioni, tenute a distanza dal prof. Alessandro Bogliolo dell’Università di Urbino, per avere il primo risultato del laboratorio di programmazione informatica per richiedenti asilo: Translate, una app di traduzione che permette di inserire contenuti nella propria lingua madre e di tradurli poi in diverse lingue tra cui l’italiano. I ragazzi sono molto fieri del loro lavoro e lo hanno presentato con orgoglio martedì sera al Kinodromo, prima della proiezione di #chicagoGirl, the social network takes on a dictator.
E adesso? Adesso si cerca di trovare i fondi necessari per proseguire l’avventura avvalendosi della collaborazione di programmatori che possano incrementare la app e insegnare ai ragazzi i trucchi del mestiere. Perché l’obiettivo è duplice: da un lato creare un’applicazione funzionale che possa essere utilizzata anche come strumento per l’apprendimento della lingua italiana, dall’altro sviluppare le conoscenze informatiche e digitali dei richiedenti asilo che partecipano al progetto per renderli più competitivi sul mercato del lavoro e maggiormente consapevoli nell’utilizzo delle nuove tecnologie.