Archivio tag: richiedenti asilo

17
dicembre

Foto di Lai-momo, soc. cooperativaEcco alcune foto della serata di presentazione del libro Tutta la vita in un foglio – Memorie di richiedenti asilo, che si è tenuta lo scorso 10 dicembre presso Atelier Sì. Ringraziamo i numerosi partecipanti e vi invitiamo a leggere l’articolo del Redattore Sociale che ha intervistato Sandra Federici, curatrice della pubblicazione assieme a Elisabetta Degli Esposti Merli.

Foto di Lai-momo, soc. cooperativaFoto di Lai-momo, soc. cooperativa

9
dicembre

10363505_680143388766176_6723216798268570673_nDomani, mercoledì 10 dicembre, presso Atelier Sì, in via San Vitale 69 a Bologna, verrà presentata alle 18:00 la pubblicazione Tutta la vita in un foglio – Memorie di richiedenti asilo, una selezione di 53 memorie di richiedenti asilo transitati in Italia tra il 2011 e il 2014. Il volume ha lo scopo di mettere davanti agli occhi del lettore alcune storie individuali di persone che sono state costrette a lasciare il proprio Paese per fuggire a situazioni di pericolo per la propria esistenza. Continua a leggere

3
dicembre
Foto di Nicola Cameruccio

Foto di Nicola Cameruccio

Un tavolo, qualche sedia, un computer, un videoproiettore e tanta voglia di imparare; così ha preso il via il laboratorio sperimentale di programmazione informatica organizzato dalla società cooperativa Lai-momo in collaborazione con l’associazione culturale NEUNET, rivolto a un gruppo di richiedenti asilo accolti a Bologna.

Le lezioni sono tenute in videoconferenza dal Prof. Alessandro Bogliolo, Coordinatore della Scuola di Scienze e Tecnologie dell’Informazione dell’Università di Urbino e Presidente dell’associazione culturale NEUNET, la quale nasce con lo scopo di colmare il divario digitale e promuovere lo sviluppo della società dell’informazione.

I ragazzi partecipano con entusiasmo, destreggiandosi tra smartphone e pc, seguono le istruzioni che vengono loro date in inglese, giocano, fanno domande. Il laboratorio nasce con il duplice intento di fornire una prima formazione nell’ambito della programmazione informatica e di favorire la socializzazione tra i partecipanti per avviarli a un percorso di empowerment e a una maggiore consapevolezza nell’uso delle tecnologie digitali.

20
novembre
Foto di Africa e Mediterraneo

Foto di Africa e Mediterraneo

Anche l’ex CIE di Bologna è stato tappa del tour elettorale leghista: Alan Fabbri, il candidato del Centro-Destra alla Regione, si è presentato alla struttura di via Mattei, hub di smistamento regionale da 250 posti. L’aspirante governatore e attuale sindaco di Bondeno ha accuratamente visitato la struttura e ha pronunciato le sue “proposte operative” per far fronte al tema cruciale dell’arrivo di richiedenti asilo: chiudere immediatamente l’hub e rifiutare di sedersi al tavolo immigrazione in caso di vittoria alle elezioni.

Qui l’articolo di BolognaToday

 

28
ottobre
Foto di Steve Evans

Foto di Steve Evans

Mio marito Y., prima di incontrarmi, ha lavorato nell’esercito sudanese con un contratto di tre anni come militare professionista, dopodiché ha aperto una piccola attività di lavorazione dell’alluminio. Nell’ottobre del 2005 ha ricevuto una lettera di convocazione dall’esercito per essere arruolato in Darfur, ma si è rifiutato di partire e da quel giorno sono iniziati i nostri problemi. È stato incarcerato moltissime volte, non ricordo nemmeno quante, perché colpevole di avere assunto un comportamento antinazionale. Oltre a incarcerarlo, lo hanno minacciato di morte e hanno sequestrato la piccola fabbrica di alluminio. Continua a leggere

3
ottobre
Foto di Chema Concellón

Foto di Chema Concellón

In occasione di quella che dovrebbe diventare la giornata della Memoria e dell’Accoglienza, ci siamo chiesti come ricordare le 368 vittime della strage avvenuta a Lampedusa il 3 ottobre 2013 e tutte le persone annegate in questi anni nel tentativo di raggiungere le coste dell’Europa. Abbiamo pensato che questo brano di Oceano Mare di Alessandro Baricco dica nel modo più semplice, vero e doloroso i momenti terribili vissuti da queste persone e dai loro compagni che si sono salvati. Continua a leggere

19
settembre

100TPC100 Thousand Poets for Change è un progetto nato negli USA nel marzo del 2011 che ambisce a unire i poeti, i musicisti e gli artisti di tutto il mondo per gridare in coro contro l’ingiustizia, le guerre, la diseguaglianza, il razzismo, la fame e promuovere gli ideali di pace e le politiche di sostenibilità. Il progetto ha già coinvolto numerose comunità di artisti a Houston, a Toledo, in Banglaore e anche in Italia dove i Poeti per il cambiamento si sono attivati in numerose iniziative auto organizzate. Nel nostro paese, in particolare dopo la tragedia del 3 ottobre in cui morirono 368 migranti al largo di Lampedusa, i Poeti cercano di sensibilizzare il pubblico riguardo al tema dell’accoglienza dei richiedenti asilo. A tal fine hanno pubblicato l’antologia Sotto il cielo di Lampedusa. A Bologna, fino a domenica 28 settembre verranno organizzati reading poetici e iniziative di sensibilizzazione con il patrocinio del Quartiere San Vitale. Continua a leggere

21
agosto
Foto di nyhao

Foto di nyhao

È necessario spiegare che in Burkina Faso un uomo può chiedere alla famiglia di sua madre una donna da offrire in sposa a un suo nipote (figlio di un fratello). Mio zio trovò una donna della sua famiglia che accettò di proporsi come mia sposa. Io rifiutai perché non era mia intenzione sposarmi in quel momento. Mio zio accolse il mio rifiuto come un’offesa nei suoi confronti. Una mancanza di rispetto, un’umiliazione. Essendo lui il capofamiglia, fui cacciato di casa. Chiesi aiuto a mio padre, ma lui non era in grado di rendersi autonomo dalla famiglia e di costruirsi una casa dove trasferirsi con me e con mia madre, quindi mi diede dei soldi per partire. Durante il Ramadan del 2009 mi misi in viaggio per la Libia, dove erano già presenti alcuni parenti che lavoravano a Tripoli. Continua a leggere

14
agosto
Foto di Noborder Network

Foto di Noborder Network

Spesso quando si parla di richiedenti asilo e rifugiati ci si preoccupa di come gestire l’ingente flusso di sbarchi, di come fare per dare accoglienza a un numero sempre crescente di persone che arrivano stremate e prive di tutto, della spesa pubblica che ciò comporta, dell’operato del terzo settore, delle malattie che i migranti portano con sé. Ci si preoccupa dell’imminente, con la lungimiranza di chi non vede oltre il proprio naso. Come se una volta salvati dal mare, visitati e accolti in strutture dove si garantiscono loro vitto e alloggio per qualche mese si risolvesse la questione. Ma che succede dopo? Continua a leggere

6
agosto
Foto di Handirubvi Wakatama

Foto di Handirubvi Wakatama

Quando è cominciata la guerra i miei genitori mi avevano insegnato a essere sempre pronta a scappare. Un giorno sono tornata a casa e li ho trovati morti. Non sapevo dove andare, ero piccola e sola. Avevo 10 anni. Mi avevano lasciato il numero di uno zio con l’indicazione di chiamarlo in caso di bisogno e così mi sono rivolta a lui che mi ha presa a vivere con la sua famiglia. I problemi sono iniziati fin da subito: mi obbligava a vendere l’acqua dentro sacchetti di plastica, non mi faceva più andare a scuola e non mi dava le cure quando ero ammalata. Mio cugino mi vedeva soffrire e così un giorno ha rubato dei soldi a suo padre e me li ha dati dicendomi di andare via. Continua a leggere