Archivio tag: richiedenti asilo

16
aprile
Foto di Kinodromo

Foto di Kinodromo

Sono bastate 8 lezioni, tenute a distanza dal prof. Alessandro Bogliolo dell’Università di Urbino, per avere il primo risultato del laboratorio di programmazione informatica per richiedenti asilo: Translate, una app di traduzione che permette di inserire contenuti nella propria lingua madre e di tradurli poi in diverse lingue tra cui l’italiano. I ragazzi sono molto fieri del loro lavoro e lo hanno presentato con orgoglio martedì sera al Kinodromo, prima della proiezione di #chicagoGirl, the social network takes on a dictator. Continua a leggere

13
aprile

E’ uscito l’Asylum Trends 2014 dell’UNHCR, il report che riguarda le tendenze in atto nei paesi industrializzati in materia di asilo. I dati sono stati elaborati sulla base delle informazioni disponibili al 14 marzo 2015. In questa infografica vi riassumiamo quanto è emerso, con un particolare focus riguardo alla situazione italiana.

infografica_asylum_corner_UNHCR-web

27
marzo
Foto di Gian Luigi Perrella

Foto di Gian Luigi Perrella

Chi non lavora nel settore professionale dell’accoglienza dei richiedenti asilo probabilmente non ha mai sentito parlare dei “dublinanti”. Non si tratta della traduzione italiana dei “dubliners” di Joyce, è un gergalismo che indica un tipo particolare di richiedenti asilo: sono coloro per i quali viene definito che l’Italia (nel nostro caso), è il Paese competente a trattare la loro domanda di asilo, in virtù di un transito (certificato dalle impronte digitali) o per il possesso di un visto d’ingresso italiano. La scorsa settimana a Roma, l’ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) ha tenuto un convegno proprio per discutere del sistema Dublino a un anno dall’entrata in vigore del Regolamento Dublino III. Riassumiamo qui gli interventi dei relatori che forniscono un quadro sul rapporto tra l’Italia e il sistema Dublino. Continua a leggere

24
marzo
Il business dei rifugiati

Il business dei rifugiati

E’ vero, gli esempi di malagestione e di malaffare sono inconfutabili. Riccardo Iacona e la giornalista Giulia Bosetti domenica sera su Rai Tre ce li hanno messi davanti con la consueta professionalità.

Però, scusate, perché mostrare solo gli esempi negativi, come se tutta l’accoglienza dei richiedenti asilo fosse così? Magari si potrebbero mostrare anche 2-3 minutini di esempi positivi, dove si veda come dovrebbero essere spesi i 30 euro al giorno stanziati dal governo per ogni rifugiato. Invece, se vogliamo leggere buone notizie sull’accoglienza le possiamo cercare solo su Redattore Sociale.

E poi, perché usare il titolo “Il business dei rifugiati”, presupponendo una connotazione negativa?

Non è bello per chi cerca di fare questo lavoro con coscienza. Per gli operatori ed educatori che ogni mattina, mezzogiorno o sera entrano in turno e affrontano i tanti problemi di una comunità di accoglienza dove convivono persone, per lo più traumatizzate, di tante nazionalità. Per gli amministrativi che cercano di far quadrare i conti con le fatture e le buste paga. Per chi si occupa dei pasti facendo gli equilibrismi per accontentare a rotazione gusti tanto diversi. Per i mediatori linguistici che aiutano i richiedenti asilo a compilare le domande. Per i medici dell’ASL che hanno la fila fuori di giovani che, passata l’adrenalina del viaggio e del salvataggio, sentono improvvisamente arrivare nei loro corpi stanchi tutti i mali del mondo.

Etichettare tutto questo come “business dei rifugiati” è come dire “business dei disabili”, “business dei malati”, “business dei tossicodipendenti”. Questi sono problemi a cui è necessario dare risposte, e attualmente, accanto al volontariato e dell’ente pubblico, si è ormai configurato uno specifico settore professionale.

C’è chi fa il lavoro con onestà e competenza, chi si improvvisa e pasticcia, e chi delinque.

Però per favore basta generalizzare.

Sandra Federici

5
marzo

web_je_reviens_def-1Il viaggio è un tema che da sempre affascina gli artisti: il viaggio come metafora, come iniziazione, come scoperta, come fuga. Giovanni Cobianchi ha deciso di soffermarsi su quest’ultimo aspetto, quello che informa le traversate intraprese dai migranti che si imbarcano per raggiungere le nostre coste e ricominciare daccapo.

Prima di darsi alla fotografia, Cobianchi lavorava con un’associazione che gestiva l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. La curiosità di conoscere più a fondo le realtà da cui provenivano questi ragazzi lo ha spinto a compiere il loro stesso viaggio, ma al contrario: partendo da Lampedusa per arrivare in Tunisia, Niger, Costa d’Avorio, Mali, Libia fino alle case di due di loro. E con sé ha portato la macchina fotografica per potere testimoniare la sua esperienza e condividerla con il pubblico. Continua a leggere

20
febbraio
Foto di Paride De Carlo

Foto di Paride De Carlo

Come funziona il sistema di accoglienza italiano? Molte volte se ne sottolinea l’inadeguatezza, si dice che l’Italia è impreparata ad accogliere numeri sempre crescenti di migranti e che il circuito dell’emergenza è troppo spesso occasione di malaffare e di profitti illeciti. Alcuni lamentano che i cosiddetti centri di accoglienza sono per lo più siti in aree demaniali dismesse o edifici privati lontani dalle zone abitate, grandi agglomerati che assumono sempre più i connotati di ghetto. Altri sottolineano la disparità nella distribuzione del carico dell’accoglienza tra regione e regione e richiedono una maggiore equità e un maggiore coinvolgimento da parte di chi fa meno. Il sistema degli HUB regionali, messo in campo dall’’Emilia Romagna già a metà 2014, è un modo per distribuire i rifugiati in maniera razionale nelle provincie di una stessa regione. Continua a leggere

29
gennaio
Foto di Luca Bruno

Foto di Luca Bruno

Mio padre era un marabout, ossia un guaritore: cercava di guarire i malati, le persone che soffrivano. Non riceveva soldi da questa attività. Nel mio villaggio c’erano anche i somà (degli stregoni animisti), persone che lanciavano delle maledizioni sulle altre persone, per farle star male, ovvero facevano il contrario di quello che faceva mio padre. I somà hanno iniziato a minacciarci perché volevano che mio padre smettesse di fare il marabout; lui non aveva nessuna intenzione di cedere alle loro minacce, ma nel 1999 si è ammalato gravemente e poi è morto. Continua a leggere

15
gennaio
Foto di Simona Hassan

Foto di Simona Hassan

Arrivo al Centro Mattei per iniziare il mio turno, scendo dalla macchina, apro il baule e inizio a scaricare le dispense che ho preparato per il corso di italiano quando un gruppo di ragazzi già svegli mi vede e mi viene in aiuto. Appena si rendono conto che ho portato dei libri ognuno ne vuole una copia e, anzi, ne prendono più d’una per darne anche ai loro amici. Quasi rischiano di litigare per paura che le dispense finiscano e che non tutti riescano ad averne una. Io sono sbigottita, non mi aspettavo una reazione simile. Non so se essere felice o se intervenire per farli calmare. Sembra che abbia portato dei lingotti d’oro. E invece si tratta di una dispensa fatta in casa, una ventina di fogli rilegati alla bell’e meglio. Continua a leggere

29
dicembre
Foto di Davide Del Monte

Foto di Davide Del Monte

Sta per chiudersi il 2014 ed è tempo di bilanci. La Stampa ha realizzato un set di infografiche che schematizzano e chiariscono informazioni e dati numerici, tratti da varie fonti, sui viaggi dei migranti nel Mediterraneo. E’ così possibile confrontare in un colpo d’occhio budget e flotta dell’operazione Mare Nostrum e di Triton.

Buon anno e buona lettura!

24
dicembre
Foto di Africa e Mediterraneo

Foto di Africa e Mediterraneo

Che cos’è il Natale? Certamente è una festa religiosa, anzi la festa religiosa per eccellenza, in cui i cristiani celebrano la nascita del loro Redentore. Ma è anche un evento consumistico dove i commercianti si ingegnano per fare cassa e i consumatori si lasciano andare a qualche spesa in più. E poi il Natale è un’occasione di incontro; le famiglie si riuniscono, figli che vivono dall’altra parte del mondo tornano a casa per fare visita ai genitori, si fanno pranzi e cene e si celebra la voglia di stare insieme. Questo è il Natale a Villa Angeli, dove le confessioni religiose sono diverse, ma la festa è di tutti. Continua a leggere