In Somalia avevo un banchetto in cui vendevo tè su una strada di passaggio. Mia sorella mi aiutava lavorando con me di sera. Fino a che, nel 2008, un ragazzo del gruppo terrorista di Al-Shabaab mi ha intimato di chiudere il banchetto perché in quanto donna non mi era concesso di svolgere autonomamente un’attività commerciale a contatto con clienti, in particolare con uomini stranieri. Io ho ignorato quest’ordine e ho continuato a vendere tè, ma un giorno verso le otto di sera è arrivato un gruppo di uomini mascherati e armati; hanno dato fuoco al banchetto e c’è stata una sparatoria. Mia sorella è morta sul colpo, io sono rimasta gravemente ferita, tanto che mi hanno creduta morta. Fortunatamente dei ragazzi mi hanno portata all’ospedale dove sono stata ricoverata per 15 giorni; uno di loro mi è stato molto vicino durante il ricovero e quando sono uscita mi ha chiesto di sposarlo. Io ho accettato. Continua a leggere
20
giugno
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