Un giorno di “careme” (quaresima) ero stato invitato a casa di mia sorella e vidi suo marito che la picchiava. Io allora cercai di bloccarlo, intanto mia sorella prese un bastone e lo colpì alla testa, uccidendolo. Mia sorella riuscì a fuggire, ma io fui preso dai familiari di suo marito che mi reclusero dentro a una stanza. Nel mio villaggio la polizia non viene quasi mai chiamata, se si può ci si fa giustizia da soli. Ho ragione di credere che la famiglia di mio cognato mi volesse fare del male o addirittura che volesse uccidermi. Fortunatamente il fratello di mio cognato mi liberò di nascosto e mi portò con la sua moto fuori dal villaggio. Mi era molto amico perché andavamo a scuola assieme e mio padre ci dava sempre un po’ di soldi. Continua a leggere
17
luglio
luglio