Arrivo al Centro Mattei per iniziare il mio turno, scendo dalla macchina, apro il baule e inizio a scaricare le dispense che ho preparato per il corso di italiano quando un gruppo di ragazzi già svegli mi vede e mi viene in aiuto. Appena si rendono conto che ho portato dei libri ognuno ne vuole una copia e, anzi, ne prendono più d’una per darne anche ai loro amici. Quasi rischiano di litigare per paura che le dispense finiscano e che non tutti riescano ad averne una. Io sono sbigottita, non mi aspettavo una reazione simile. Non so se essere felice o se intervenire per farli calmare. Sembra che abbia portato dei lingotti d’oro. E invece si tratta di una dispensa fatta in casa, una ventina di fogli rilegati alla bell’e meglio.
Eppure, se ci penso bene, capisco l’entusiasmo. Quei fogli sono davvero importanti: i ragazzi vogliono imparare la nostra lingua e, nonostante ci troviamo in un hub e quindi in una struttura adibita a una prima e breve accoglienza, non vogliono perdere tempo. Perché aspettare la sistemazione successiva per iniziare a studiare? E così noi operatori abbiamo preso carta e penna e ci siamo messi a insegnare italiano. Non è sempre facile trovare il tempo per potere fare i corsi, ma facciamo di tutto pur di ritagliarcelo e le pareti della struttura, piene di cartelloni-lavagna, testimoniano i nostri sforzi.