Commentare a caldo e raccogliere i pareri degli esperti (e non) è sempre un esercizio cui si prende parte volentieri. Ed è proprio ciò che, con grande naturalezza, si è svolto mercoledì sera a Bruxelles, durante l’incontro “The EU Agenda on Migration: Moving towards a Human Migration Policy?”, giusto poche ore dopo la presentazione dell’Agenda sulle Migrazioni da parte della Commissione Europea.
Un dibattito che ha visto una polarizzazione piuttosto netta tra il mondo della politica europea (a intervenire c’erano numerosi europarlamentari del gruppo S&D) e quello delle grandi Organizzazioni Internazionali come l’OIM, dei Think Tanks, delle ONG e della società civile. Laddove i primi si sono detti pienamente soddisfatti dai punti presentati nell’Agenda, i secondi hanno portato sul tavolo della discussione numerosi elementi critici contenuti nel testo della Commissione. In particolare, soggetto di grandi polemiche è stato il “discorso” che permane nell’ambito delle politiche migratorie europee, un discorso egemone che guarda alla migrazione come un problema sociale e securitario e non come risorsa, e che pone le basi teoriche per lo sviluppo di politiche tese a chiudere sempre di più il continente europeo verso se stesso. La domanda in assoluto più ricorrente negli interventi, sia del pubblico sia di alcuni relatori, è stata: “Ma la solidarietà europea, la solidarietà tra i Paesi Membri, cos’è in realtà? È una solidarietà umanitaria, che mira ad aiutare i migranti che fuggono da condizioni drammatiche e ingiuste, o è piuttosto una solidarietà dei Paesi europei contro chi cerca di entrare nella “fortezza europea”, con il terrore che questi perturbino la già vacillante stabilità interna?”.
Molto food for thought, insomma, per tutti coloro che, come noi, si interrogano quotidianamente sulla questione dei flussi migratori verso l’Unione Europea, e non solo.