Un martedì mattina come gli altri presso le aule della Scuola Medie di Vergato, ma non proprio come tutti gli altri perché nell’ora di francese al posto della solita professoressa Mariateresa Verderame, gli insegnanti sono quattro richiedenti asilo provenienti dal Mali e dalla Costa d’Avorio. Scelti per il loro buon livello di italiano e il loro ottimo francese, sono loro a condurre la lezione (con la collaborazione della professoressa di francese, di italiano, di due operatori Lai-momo e con la presenza iniziale della vice-sindaco del Comune). La lezione inizia con una presentazione in francese, in cui Bakary (uno dei richiedenti asilo) parla fin troppo velocemente per il livello della classe, a cui fa seguito Hamakan (altro richiedente) che precisa: “Se non avete capito qualcosa, oggi siamo qui per aiutarvi”. Dopo di lui Bira, che normalmente soffre di balbuzie, in questa occasione, calato nel ruolo di professore, non ha mai tentennato, mentre Amidou preferisce stemperare il primo imbarazzo con una presentazione in italiano (cosa che gli riesce meglio che in francese dopo averla ripetuta per innumerevoli volte ai corsi di italiano).
Questo incontro è stato preceduto da due ulteriori incontri: uno fra la professoressa Verderame e i ragazzi richiedenti asilo per conoscersi e programmare l’intervento in classe, e un secondo incontro fra il coordinatore dell’accoglienza della Lai-momo soc. coop., Adriano Mastroddi, e tutti gli studenti delle classi terze per spiegare come funziona l’accoglienza diffusa a Vergato e nei comuni limitrofi, e chi sono i ragazzi richiedenti asilo che di lì a pochi giorni sarebbero andati a trovarli a scuola.
Per rompere il ghiaccio e per non passare a domande scomode sulla vita privata, la lezione è incentrata sulla musica: si ascolta insieme un breve estratto della trasmissione Radio “Folilà”, durante la quale è Hamakan stesso a presentare una delle sue canzoni preferite: “Vien Voir” di Tiken Jah Fakoly. Quest’ultima è il tema attorno al quale si sviluppa la prima lezione. Dopo averla ascoltata una volta e visto il video grazie alla lavagna multimediale, i circa quaranta studenti sono suddivisi in quattro sottogruppi, ognuno gestito da un professore madrelingua, ovvero un ragazzo richiedente asilo, che aiuta nella traduzione del testo. Sul foglio gli studenti scrivono le parole dell’ivoriano Tiken Jah Fakoly:
“Vieni a vedere, vieni a vedere
Tu che parli senza sapere
La mia Africa non è quello che ti fanno credere,
Venite nelle nostre famiglie
Vieni nei nostri villaggi
Saprete cosa è l’ospitalità
Il calore, il sorriso, la generosità” […]
In questo modo, grazie alla musica, l’imbarazzo è superato: da questo momento nei piccoli sottogruppi le domande sorgono spontanee e numerose: “Cosa ti piace mangiare?” , “Giochi a calcio?” ,“Qual è la tua squadra preferita?”.
Il ritmo reggae di Tiken Jah fa poi il resto: al secondo e terzo ascolto, i ragazzi si mettono a ballare fra i banchi e a cantare in francese la canzone appena imparata. L’obiettivo atteso è stato centrato: un testo in francese appreso, ma soprattutto una nuova conoscenza diretta, che va ben al di là delle notizie dei telegiornali e dei giornali.
Forti di questo successo iniziale, i quattro ragazzi richiedenti asilo si spostano ora in un’altra aula, dove ad aspettarli sono altre due classi terze medie. Il copione si ripete, ma con molta più scioltezza. Ora la canzone da imparare è del maliano Salif Keita “La difference”, anche questo brano è andato in onda nel programma radiofonico “Folilà” quale scelta personale di un richiedente asilo. Qui si guarda il video del make of della canzone: in cui il cantante spiega il problema dell’albinismo, di cui lui è vittima, e spiega con parole semplici com’ è difficile essere un bianco in una terra di neri. Un’operatrice di Lai-momo legge una notizia apparsa su Amnesty International per rendere participi gli studenti dell’entità del problema in alcuni paesi africani. Poi si passa alle divisioni in sottogruppi e all’analisi del testo della canzone: coadiuvati dai loro tutor, gli studenti traducono nel testo della canzone le parole “ É la differenza che è bella”. La lezione termina con l’ascolto della canzone e la visione del video: si cerca di cantare insieme e poi grandi saluti e sorrisi.
I quattro professori speciali per un giorno lasciano la scuola. Al posto della diffidenza, si è sperimentato com’ è bella la differenza.
Chissà se gli studenti ne parleranno a casa con i loro genitori.
Chissà se inviteranno i richiedenti asilo a giocare a calcetto insieme come avevano proposto.
Tullia Benati
Operatrice dell’accoglienza Lai-momo
*Radio Folilà è una trasmissione di Radio Frequenza Appennino di Marzabotto dove i DJ sono i ragazzi richiedenti asilo. Sono loro a scegliere le musiche da mettere in onda e fare una breve presentazione, coordinati da operatori Lai-momo. Si possono ascoltare tutte le 12 trasmissioni andate in onda in Podcast al seguente indirizzo: http://www.frequenzappennino.com/audio/folila/