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29
luglio
Foto di Marta Meloni

Foto di Marta Meloni

Immaginatevi un parco alberato assolato che circonda una villa a due piani nella provincia di Bologna, pieno di alberi secolari sempreverdi che danno ombra e riparo ai giovani ospiti durante pomeriggi lunghi di un luglio che sembra un poco marzo. Sono rifugiati e richiedenti asilo provenienti da varie regioni dell’Africa sub-sahariana e dal Pakistan, arrivati fino a qui da situazioni e luoghi tanto diversi, accolti in una piccola città dell’Emilia e con tanta voglia di riprendere le fila delle loro vite. Continua a leggere

21
luglio
Foto di Andrea Marchesini

Foto di Andrea Marchesini

Giunge venerdì nel tardo pomeriggio la notizia che il CIE (Centro di Identificazione e di Espulsione) di Bologna sarà trasformato in un CARA (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo e Rifugiati) per 200 richiedenti asilo che arriveranno la sera del giorno dopo. In poche ore le cooperative coinvolte devono approntare la struttura e organizzare l’accoglienza. In loro aiuto arrivano 25 richiedenti asilo ospitati a Villa Angeli di Pontecchio Marconi e a Villa Aldini di Bologna. Lavorano tutto il giorno per pulire e rendere abitabile questo ex CIE e la notte accolgono le persone arrivate con i pullman, facilitando la comunicazione tra i neo-arrivati e gli operatori. Da utenti a volontari, da “problema” a risorsa. Se “l’emergenza” continua, è l’apertura a collaborazioni inedite che trova le soluzioni.

17
luglio
Foto di Neil Moralee

Foto di Neil Moralee

Un giorno di “careme” (quaresima) ero stato invitato a casa di mia sorella e vidi suo marito che la picchiava. Io allora cercai di bloccarlo, intanto mia sorella prese un bastone e lo colpì alla testa, uccidendolo. Mia sorella riuscì a fuggire, ma io fui preso dai familiari di suo marito che mi reclusero dentro a una stanza. Nel mio villaggio la polizia non viene quasi mai chiamata, se si può ci si fa giustizia da soli. Ho ragione di credere che la famiglia di mio cognato mi volesse fare del male o addirittura che volesse uccidermi. Fortunatamente il fratello di mio cognato mi liberò di nascosto e mi portò con la sua moto fuori dal villaggio. Mi era molto amico perché andavamo a scuola assieme e mio padre ci dava sempre un po’ di soldi. Continua a leggere

11
luglio
Foto di Hailey E. Herrera

Foto di Hailey E. Herrera

In Ghana esistono dei re Asante, uno principale e altri minori (capi). Hanno degli schiavi che chiamano “sheeps” (pecore). Mia madre era una schiava. Alla morte di un re è consuetudine offrire in sacrificio alcuni schiavi perché vengano sepolti assieme a lui. Mia madre fu scelta per essere sacrificata, ma fu salvata da una regina che la vide particolarmente umile e s’impietosì. Poco dopo mia madre rimase incinta di me. Non so chi fosse mio padre. Mia madre morì quando avevo un anno e mezzo a causa di emorragie. È la donna che la salvò dal venire sacrificata che si occupò di me. Mi portò in una fattoria di sua proprietà. Fino ai quattordici anni rimasi lì, dove imparai a fare il carpentiere. A quel punto mi reclamarono come servo nel mio villaggio. Continua a leggere

23
giugno

depliant laboratorio percussioni

L’associazione Africa e Mediterraneo, in collaborazione con Lai-momo e con il prezioso contributo del maestro Cico dell’ Associazione Yemacure di Bologna, darà inizio a breve al laboratorio di percussioni africane nella struttura di Villa Angeli di Pontecchio Marconi, che ospita circa 70 persone fra richiedenti asilo e rifugiati. Continua a leggere

20
giugno
Foto di Abdurahman Warsame

Foto di Abdurahman Warsame

In Somalia avevo un banchetto in cui vendevo tè su una strada di passaggio. Mia sorella mi aiutava lavorando con me di sera. Fino a che, nel 2008, un ragazzo del gruppo terrorista di Al-Shabaab mi ha intimato di chiudere il banchetto perché in quanto donna non mi era concesso di svolgere autonomamente un’attività commerciale a contatto con clienti, in particolare con uomini stranieri. Io ho ignorato quest’ordine e ho continuato a vendere tè, ma un giorno verso le otto di sera è arrivato un gruppo di uomini mascherati e armati; hanno dato fuoco al banchetto e c’è stata una sparatoria. Mia sorella è morta sul colpo, io sono rimasta gravemente ferita, tanto che mi hanno creduta morta. Fortunatamente dei ragazzi mi hanno portata all’ospedale dove sono stata ricoverata per 15 giorni; uno di loro mi è stato molto vicino durante il ricovero e quando sono uscita mi ha chiesto di sposarlo. Io ho accettato. Continua a leggere

17
giugno

parole_tavolaQual’è il luogo in cui ci si ritrova, in cui è bello stare a chiacchierare di quello che accade nella giornata, delle gioie e dei dolori, degli eventi significativi della propria vita? La cucina! Per questo Casa dell’Agave, la struttura del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), gestita dall’Associazione MondoDonna, ha messo in atto il progetto “La petite madeleine” per mostrare come il cibo e le parole si nutrano reciprocamente e come, insieme, possano produrre buoni frutti. La cucina e il cibo, per le donne ospiti della struttura, sono diventati il luogo della memoria, della rielaborazione e riconquista del passato, il terreno che ha permesso loro, soggetti rifugiati in fuga dal proprio paese, di mantenere vivo il ricordo di un sé che si è costruito altrove e che di quell’altrove conserva i sapori, i suoni, i colori, gli affetti e i dolori. Continua a leggere

13
giugno

Richiedenti asilo presso l’Aula della Memoria di Colle Ameno, foto di Africa e Mediterraneo

L’ANPI di Sasso Marconi ha organizzato una visita all’Aula della Memoria di Colle Ameno per i richiedenti asilo presenti a Villa Angeli. Circa 25 ragazzi hanno incontrato i rappresentanti dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) e dell’ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti) che hanno spiegato loro il valore storico di Colle Ameno, borgo settecentesco vicino a Sasso Marconi, in cui nel 1944 la Feldgendarmerie nazista realizzò un campo di raccolta e smistamento in cui furono internate più di 2000 persone e 22 di queste furono uccise. I ragazzi hanno fatto molte domande sulla dittatura fascista, sulla guerra, sulla vita delle persone in quel periodo. La visita si è conclusa con una merenda. E’ stata una bella occasione di conoscenza reciproca e gli ospiti di Villa Angeli non hanno mancato di fare tante foto ricordo. Continua a leggere

13
giugno
Foto di frafra2009

Foto di frafra2009

Un giorno del 2009 al mio villaggio ci sono stati scontri molto violenti, la gente sparava e mio padre e mio fratello sono rimasti uccisi. Mi sono trovata da sola, non sapevo dove andare, non trovavo mia madre e gli altri miei fratelli. Ho incontrato una signora che mi ha detto di essere tornata dall’Europa per prestare il suo aiuto alla gente del villaggio dopo avere saputo quello che stava succedendo. Mi ha vista sconvolta e ha promesso che mi avrebbe portato in una città dove avrei potuto lavorare e avere una vita migliore. Mi ripeteva: “Piccola, non ci sono problemi; se sai accudire i bambini devi stare tranquilla, ti faccio lavorare come baby sitter”. Continua a leggere

9
giugno

Terre di TransitoL’associazione A Buon Diritto con Luce-Cinecittà ha prodotto il docufilm “Terra di transito” sui migranti di passaggio che non vogliono restare in Italia. Il regista Paolo Martino ha voluto così parlare degli ostacoli posti dal regolamento di Dublino che impone ai richiedenti asilo di fare domanda nel primo paese di ingresso in Europa, benché spesso non sia quello in cui loro vogliono restare.

Per saperne di più vi rimandiamo all’articolo “Terre di transito”, scritto da Stefano Pasta per La Repubblica.