Il settore delle ICT (Information and communication technologies) è molto sensibile alle criticità che vivono quotidianamente i richiedenti asilo e i rifugiati. Allo stesso tempo le organizzazioni di aiuto si rendono conto di quanto le nuove tecnologie dell’informazione possano fornire un valido ausilio. Così è nata RefAid, una app gratuita che tramite la geo-localizzazione aiuta i richiedenti asilo e i rifugiati a trovare i servizi di cui hanno bisogno.
L’app è stata creata da Trellyz, una compagnia privata britannica, diretta da Shelley Taylor. Taylor è un’imprenditrice del digitale che vive a Londra, ma è nata e cresciuta nella Silicon Valley. In un’intervista rilasciata a TPI dichiara che come americana si sente propensa ad aiutare i migranti in quanto oggi il 25 % della popolazione americana è composto da migranti o figli di migranti. In un’altra intervista rilasciata a Redattore sociale dichiara che l’aggravarsi della crisi sta mettendo in discussione i metodi tradizionali di erogazione degli aiuti ed è qui che la tecnologia può aiutare.
Ecco quindi che l’app RefAid punta a raccogliere un database delle organizzazioni di aiuto grandi e piccole a cui gli utenti possono rivolgersi in base alla loro vicinanza geografica e al tipo di servizio erogato. Per ora il territorio coperto dall’app è solo quello del Regno Unito e dell’Italia. In entrambi i paesi diverse grandi Ong come la Croce Rossa (British Red Cross e Croce Rossa Italiana) e Save the Children hanno aderito e inserito i loro servizi. Altri attori del sociale coinvolti in Italia sono l’Arci, il Consiglio Italiano per i rifugiati (Cir), il Centro Astalli e alcune Caritas locali.
Il progetto di RefAid è ancora in divenire e più organizzazioni aderiranno alla piattaforma, maggiore sarà l’aiuto fornito ai migranti.