Africa e Mediterraneo ha visitato nel 2013 il centro di accoglienza di Debrecen in Ungheria, organizzando una visita da parte del fotografo congolese Baudouin Mouanda. Debrecen è la seconda città ungherese per abitanti ed è sede del più importante campo governativo per richiedenti asilo del Paese. Da quella visita e da due workshop con fotografi locali a Malta e a Vittoria in Sicilia è stata prodotta la mostra Snapshots from the border, nell’ambito del progetto “Screens. Gli obiettivi del millennio visti dal Sud”, che ha circolato in varie città europee.
Dall’Ungheria in questi giorni arriva a noi praticamente solo la voce di chiusura del Governo. Ma ci sono tanti Ungheresi che non la pensano allo stesso modo, anzi si danno da fare per l’accoglienza, come l’associazione “Food not bombs”, che distribuisce cibo ai richiedenti asilo che affollano le strade di Budapest, e il gruppo Migszol, che raccoglie e distribuisce materiali per i migranti e fa anche advocacy e sensibilizzazione in loro favore.
Notevole anche il gruppo MKKP che ha raccolto fondi per realizzare campagne che facciano da contraltare ai manifesti anti-immigrazione, “realizzati con i soldi dei cittadini”. Accanto ai manifesti governativi che recitano slogan del tipo “Se venite in Ungheria, non potete rubare il lavoro agli Ungheresi”, oppure “Se venite qui dovete rispettare le nostre regole”, loro incollano manifesti con scritte come questa “Scusateci per il nostro primo ministro”, oppure “Venite pure in Ungheria, abbiamo già un posto di lavoro a Londra”.
Ma il fenomeno del movimenti di estrema destra anti-immigrazione esiste, e per chi vuole vederlo da vicino segnaliamo questo breve video reportage con sottotitoli in italiano , realizzato durante una manifestazione contro i rifugiati tenutasi proprio a Debrecen. I discorsi degli oratori sono allucinanti, le lamentele delle persone intervistate sono più dubbiose e comunque basate su problemi davvero un po’ ridicoli, del tipo che “l’autobus che passa nella strada del centro è sempre troppo affollato”…
A Debrecen proprio non si vive!